Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Sono qui riportate le fasi di costruzione di modelli a partire da piani di costruzione di cantiere o modellistici, ed anche da piani completamente ridisegnati a partire da documentazione fotografica.

Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:03

Riporto in questo post, gli appunti di costruzione, illustrati anche fotograficamente, dell'Assunta Tontini Madre, costruita in onore di mio padre.
Dettagli della costruzione ed una completa galleria fotografica su: http://www.amnavimodel.it


Appunti di costruzione

Il mare e le navi di ogni genere ed epoca mi hanno da sempre affascinato. Così dopo aver costruito diversi modelli, dapprima in kit, poi da piano di costruzione, e quindi utilizzando i piani di cantiere, ho voluto cimentarmi nella riproduzione di un modello di nave molto speciale. Per questo ho scelto una nave per la cui realizzazione, pur non avendo a disposizione alcun piano di progetto, ho potuto fare affidamento sulla memoria storica di mio padre.

Già, perché le carte e le poche foto trovate da sole non sarebbero state sufficienti alla progettazione del modello, per la quale invece sono stati importantissimi i ricordi di chi ha avuto la possibilità di conoscerla bene curandone la manutenzione meccanica (appunto, mio Padre).

Una menzione particolare merita il supporto, giunto inatteso quasi al termine del modello, da parte dell’amico Sorgi, che ha fornito alcune immagini che documentavano la vita di bordo sulla nave, al tempo in cui suo padre ne era il Comandante.

Nelle pagine seguenti potete trovare documentato questo mio personale impegno, in cui tento di descrivere le fasi principali che hanno portato alla realizzazione di questo modello, integrando con fotografie le spiegazioni e i dettagli di costruzione.

Il mio non è stato certo un lavoro professionale, ma da semplice appassionato, che avendo a disposizione solo attrezzature tecniche limitate ha tentato di sopperire a tale carenza mettendo in campo tutta la passione di cui è stato capace. Il modello è stato realizzato nel corso del 2011.


Analisi materiale documentale

A partire dalle foto e dalle misure, ricavate dalle specifiche tecniche rese disponibili dall’attuale compagnia armatrice (già perché la nave naviga ancora sotto altro nome… a Vladivostok!!!), ho iniziato ad analizzare le forme dello scafo. Ho optato per la scala 1:100, che avrebbe consentito la costruzione di un modello di circa 107 cm.

E’ stato molto difficoltoso ricostruire la nave nell’allestimento del 1976, anno della consegna, ma ne riparleremo strada facendo!!!

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Caratteristiche principali e storia Assunta Tontini Madre

Nave per la pesca nel mare Atlantico (Fish Factory Stern Trawler Refrigerated cargo).
Negli anni ‘80 era la nave da pesca frigorifera più grande del mondo.

Dimensioni
- Lunghezza 96 mt (al galleggiamento), 107,42 mt (fuori tutto)
- Larghezza 16 mt
- Immersione 6,32 mt
- Stazza 3817 tonnellate
- Velocità (Max./Media) 13/12 nodi
Costruita a Viareggio, Italia, dalla Società Esercizio Cantieri SpA.
Anno di costruzione 1976
Impostazione 28.2.76
Numero di costruzione 616

IMO 7365241


Un po di storia
Fino al 1982 di proprietà della Tontini Pesca di Anzio (RM), con il nome di:
Assunta Tontini Madre.

Venduta alle isole Isole Faroer nel 1982, prende il nome:
R/N Reynsatindur

Venduta alla Russia nel 1989, e sottoposta a lavori di ampliamento della tuga, prende il nome:
Olaf I.Gardastovu

Passata sotto bandiera Coreana, prende il nome:
Dong Bang

e successivamente:
Joon Sung III

Tornata alla Federazione Russa nel 2003, prende il nome:
Proliv Starka

Revisionata nel 2010, è attualmente registrata nel porto di Vladivostok, batte bandiera Russa, ed è ancora in pieno esercizio.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:04

Disegno piano

In questa fase ho disegnato da zero una nuova “Assunta”, rispettandone il più fedelmente possibile il profilo e l’aspetto complessivo rilevato dalle foto. La vista del profilo, è stata la prima ad essere disegnata.

E da subito sono cominciate le prime difficoltà, in quanto le prospettive delle foto falsavano di molto le reali dimensioni. Sono occorsi diversi bozzetti, alcuni completi, altri di dettaglio, per poter arrivare a considerare il lavoro soddisfacente.

Il tutto è stato poi riunito in un unico foglio nel quale, verificata la correttezza della scala, in maniera più che scrupolosa, sono stati effettuati gli ultimi aggiustamenti.

Al termine, il piano di costruzione comprendeva su una prima tavola il profilo dello scafo, le linee d’acqua, il galleggiamento, il profilo dei ponti e di coperta e su una seconda tavola il piano longitudinale completo di ponti e strutture principali.

Non rimaneva che definire le dimensioni della chiglia, che ho rappresentato sul piano di costruzione stesso.

Nel disegnare la chiglia, ho dovuto tenere conto da subito dell’alloggiamento dell’astuccio dell’asse porta elica e del motore, posto più in basso possibile ed in linea con l’asse stesso, dato che era mia intenzione utilizzare la trasmissione diretta.

Per l’analisi del piano trasversale, ho ipotizzato e disegnato una griglia delle ordinate, in scala 1:100, riportante tutte le variazioni di ampiezza e slancio dello scafo, da prua a poppa.

Ho quindi duplicato il disegno e ritagliato, lungo la linea verticale di mezzeria della nave, ogni foglio che rappresentava un’ordinata.

Poi ho fissato il piano di costruzione su una tavola di legno ed ho posizionato, con delle puntine, le ordinate di carta sul disegno del piano di costruzione, a partire da centro nave.

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Questo mi è stato estremamente utile per poter rilevare, ordinata dopo ordinata, le eventuali correzioni da apportare, dove nel posizionamento sulla chiglia, dove nella forma stessa dell’ordinata.

Aiutandomi con dei listelli di cartoncino, con i quali simulavo l’andamento del fasciame, ho cercato di evitare il più possibile grossi errori, come avvallamenti o protuberanze nello scafo.

Raggiunto un buon compromesso, ho deciso di completare le ordinate, ricopiandole, una ad una, lungo la linea verticale, e riportando sui disegni i bagli alla linea dei ponti, e gli spazi di ingombro interni, per poter consentire di allestire internamente il modello, che doveva essere navigante.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:06

Costruzione scafo

Non rimaneva altro che riportare su compensato i risultati ottenuti.

Utilizzando come base compensato da 6 mm , e come metodo di copia la buona vecchia carta carbone, ho riportato fedelmente chiglia ed ordinate.


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Tagliati tutti i pezzi con il traforo, ho provveduto alla levigatura delle ordinate, rastremando quelle di prua e di poppa nell’angolo di quartabuono.

Anche la chiglia è stata levigata e pulita, soprattutto negli incastri creati per inserire le ordinate.


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Così è stato possibile iniziare l’assemblaggio. Data la lunghezza dello scafo, per evitare svergolamenti dovuti al fissaggio del fasciame, ho predisposto uno scaletto di lavoro formato da due angolari di alluminio, messi in tensione da due viti a galletto.

Posizionata la chiglia sullo scaletto, e tenuta più rigida possibile con pinze e morsetti, ho iniziato a “presentare” le ordinate. In questa fase è stato anche collocato l’astuccio dell’asse porta elica.


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Sul ponte sono stati fissati anche dei listelli per tenere allineate e perpendicolari le ordinate sulla chiglia. Dopo un ultimo controllo visivo, aiutandomi anche con dei listelli di tiglio, con i quali simulavo l’andamento del fasciame, ho iniziato ad incollare una ad una, le ordinate, verificandone per ognuna la corretta disposizione.

Una volta fatta presa la colla, ho posizionato un listello a destra ed uno a sinistra della curva dei bagli, da prua a poppa.


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La fasciatura è poi proseguita alternativamente sulle due fiancate, fino alla chiusura completa dello scafo. Non mi soffermo sulle modalità, che sono le stesse usate per la fasciatura di un qualsiasi scafo costruito ad ordinate e fasciame.


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Al termine è stato assemblato sulla poppa il caratteristico scivolo delle navi da pesca a strascico, costruito con della balsa.


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Dopo l’applicazione del fasciame, ho levigato lo scafo con carta vetrata a partire da grana 40, per poi scendere fino alla 150, fino ad ottenere uno scafo uniforme e senza grosse alterazioni.

Dove sono emerse delle irregolarità, sono state trattate con stucco a legno.


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Levigate le stuccature e portato lo scafo alla forma desiderata, è iniziata la fase di resinatura. Dato che il modello doveva essere in condizioni di navigare, sia in mare che in lago, è stata impiegata per rivestirlo, sia internamente che esternamente, la resina epossidica bicomponente (addittivata di micro filler). La stessa normalmente usata presso i cantieri navali.


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Una volta capovolto e ben pulito lo scafo, ho distribuito uniformemente la resina a pennello, facendo attenzione a posarne solo un sottilissimo strato, per favorire una veloce asciugatura e per evitare fastidiosissime colature.

Questo fa si che il legno si impregni bene, consentendo l’infiltrazione della resina e garantendo la robustezza del tutto. In questa fase vanno applicate più mani di resina, facendo molta attenzione che lo strato di base sia ben asciutto, e carteggiando leggermente con carta a grana fine, dopo l’applicazione di ogni strato. Io ne ho applicati tre.

Questa operazione consente un ottimo aggrappaggio per lo strato successivo.Terminata la resinatura dello scafo esterno, ho girato di nuovo la nave ed ho iniziato la resinatura dello scafo interno.

A differenza dell’esterno, all’interno, tra le ordinate centrali dello scafo, ho posizionato delle strisce di fibra di vetro molto sottile, che una volta impregnate di resina, si sono aggiunte al primo strato di resina dato a pennello.

Questo per rinforzare ulteriormente lo scafo, proprio dove subisce le sollecitazioni più forti, ovvero nella zona motore e trasmissione.

Sullo specchio di poppa e sulle contigue estremità delle fiancate, sono stati realizzati i bottazzi, a protezione dello sfregamento dei divergenti, che con il loro uso nella pesca a traina impattano sulle parti posteriore della nave. Per costruirli sono state tagliate ed applicate delle listarelle da 2x2 mm.


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Per delimitarne la lunghezza è stato necessario tracciare la linea di galleggiamento, dato che dalle foto i bottazzi terminano proprio a pelo d’acqua.

Sono state quindi costruite ed applicate con colla epossidica bicomponente le alette antirollio, realizzate da un unico listello di mogano.


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Dopo quest’ultima applicazione, ho dato un leggero e definitivo strato di resina epossidica per compattare e irrobustire il tutto.

Sono stati quindi praticati i fori dove andranno posizionati gli oblò, che essendo a murata, senza alcuna flangia sporgente, hanno dovuto solo essere chiusi posteriormente da una una sottile lamina di plastica trasparente.


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Dopo l’incollaggio è stato spennellato un sottilissimo strato di resina trasparente all’interno dell’oblò per evitare qualsiasi potenziale infiltrazione di acqua.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:08

Montaggio motore

Conclusa la fase di resinatura, è stato posizionato il motore (proveniente da una vecchia stampante) e sono state prese le misure per costruire il supporto.

A questo scopo è stato usato un profilato di alluminio tagliato a misura, dove sono stati ricavati gli opportuni fori per il fissaggio del motore, per il passaggio dell’asse e per il fissaggio alla base.


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La base è stata ricavata da un opportuno listello di compensato, tagliato a misura e forato per ospitare 4 viti da 5 mm.

Una volta assemblato il tutto, e collegato il motore con l’asse attraverso un giunto cardanico, la base del supporto motore ed il fondo dello scafo sono stati opportunamente resinati ed uniti.

Il passo immediatamente successivo è stato verificare l’allineamento del motore con l’asse e mettere un peso per mantenere il fissaggio sull’installazione, fino alla completa presa della resina.


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Supporto servocomando timone

Il servocomando del timone è stato alloggiato su un apposito basamento costruito in legno compensato da 6 mm.

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Questo è stato incollato rigidamente alla chiglia (con colla epossidica a presa rapida), proprio sulle guance laterali di rinforzo dell’astuccio dell’asse portaelica.


Supporti allestimento RC

Sono stati poi ritagliati due rettangoli di compensato da 4 mm, uno più grande per poter ospitare la batteria da 12 Volt orizzontalmente allo scafo, un secondo più piccolo per ospitare la ricevente del radiocomando e il regolatore di velocità per il motore. Queste due basi sono state fissate alla chiglia con delle piccole viti ed incollate.

Tutte le componenti elettriche ed elettroniche sono state fissate con del velcro, in modo da poter essere ben stabili nello scafo, e al contempo facilmente estraibili, per manutenzione.

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Il portafusibile è stato fissato su un apposito sostegno incollato nella parte superiore sinistra dell’ordinata centrale.



Costruzione timone

Il timone, rilevato dai disegni, è stato costruito in compensato da 6 mm. Il compensato è stato opportunamente forato per consentire il montaggio dell’asse, per cui è stato utilizzato un tondino di ottone filettato da 4 mm.

L’asse è stato fissato per tutta la lunghezza del timone con della colla epossidica a presa rapida.

Consolidato il tutto, il timone è stato lavorato fino a raggiungere la forma voluta.

Come ultimo passaggio, anche il timone è stato resinato per renderlo completamente stagno e verniciato di colore rosso, come la carena.


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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:11

Costruzione ponte

Il ponte, rilevato dai disegni, è stato costruito in più parti. A prua sono state praticate le due aperture delle cubie per poter filare le catene delle due ancore.

Queste sono messe in comunicazione con lo scafo attraverso due tubicini fissati rigidamente. Ciò per evitare spiacevoli infiltrazioni di acqua attraverso le cubie stesse.

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Nel ponte principale è stata praticata un’apertura della stessa dimensione della base della plancia di comando, in modo da renderla rimovibile per consentire la manutenzione dell’impianto elettrico ed RC.

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Lo stesso dicasi per la parte centrale del ponte di lavoro, da dove dovrà essere accessibile il vano motore.

Prima di fissare i ponti, sono stati tagliati i falsi scalmotti a prua ed a poppa, mentre sono stati spianati quelli più minuti sul cassero centrale.

Per essere sicuro delle dimensioni e sopratutto delle aperture di ispezione, ho disegnato e ritagliato i vari ponti in cartoncino, che ho poi rifilato, laddove necessario, fino a poggiarli completamente sui bagli e nelle loro collocazioni.
Ho poi usato questi falsi ponti per riportare e tagliare i corretti profili su compensato da 2 mm.

Dopo aver fissato con chiodi ed incollato i ponti, è stato eseguita una leggera stuccatura lungo tutto il perimetro. Completata l’asciugatura, la stuccatura è stata levigata per togliere le inevitabili imperfezioni.


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Sono state costruite, sempre con compensato da 2 mm, le pareti dei magazzini laterali al ponte di lavoro, praticando le aperture delle finestrature e applicando le porte, realizzate con plasticard da 1 mm.


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Stessa lavorazione per la paratia posteriore, che presenta le finestrature delle cucine affacciate sul ponte di lavoro. Anche qui sono state applicate le porte, realizzate sempre con plasticard da 1 mm.

E’ stato costruito quindi il piano asportabile del ponte di lavoro, completo dei due portelli di carico del pescato. Questo è stato fissato con calamite, in modo da poter essere aperto alla bisogna.


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Sono stati poi realizzati i nuovi scalmotti, più fitti dei precedenti e in scala, con il capodibanda posto sopra ogni murata.

Dopo aver collocato ed incollato il ponte di coperta, sono stati individuati sul piano gli ombrinali, che riportati sullo scafo, hanno potuto essere aperti forando opportunamente le murate.

Le griglie di sicurezza negli ombrinali sono state realizzate con chiodini senza testa da 1 mm.

Un sottile strato di resina epossidica dato a pennello ha completato poi l’impermeabilizzazione del ponte.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:12

Verniciatura scafo

Dopo aver leggermente carteggiato con carta a grana fine tutto lo scafo ed averlo ripulito con un panno umido, ho applicato una prima mano di vernice di fondo.

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Utilizzando un fondo bianco, è più facile mettere in evidenza le più piccole imperfezioni, che hanno così consentito di riprendere ed accompagnare le forme dello scafo con dello stucco; una carteggiatura ulteriore ha quindi consentito di risolvere i problemi rilevati. Una nuova mano di fondo, e lo scafo è pronto per la verniciatura!

Come dalle rilevazioni fotografiche, l’opera viva è stata verniciata di colore rosso (antivegetativo), l’opera morta di colore nero opaco, mentre i lati del cassero sono stati verniciati di colore bianco.


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Tra le serie degli oblò è stata applicata la linea bianca orizzontale, che ho ricavato da un foglio di carta adesiva rifilato a misura.

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L’interno delle murate è stato verniciato di colore grigio chiaro, come anche il capo di banda.


Bilanciamento, assetto e zavorra

Dopo aver predisposto le componenti elettriche ed elettroniche all’interno dello scafo, con la linea di galleggiamento ben definita, la prova in acqua ha potuto indicare quanto e dove zavorrare il modello.

Ho posizionato circa 1,9 kg di zavorra in piombo, distribuito a prua a poppa ed a centro nave, oltre alla batteria scelta opportunamente (al piombo) per il suo peso e dimensione.

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Posizionando anche tutte le sovrastrutture disponibili, ho lasciato il modello circa 4 mm sopra la linea di galleggiamento, per poter colmare l’eventuale differenza al termine del completo allestimento del modello, che avrebbe comportato certamente un qualche aggravio di peso.

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Va ricordato che la zavorra si fa sempre in tempo ad aggiungerla!!!
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:15

Dettagli sovrastrutture

Non essendo sufficientemente rilevabile dalle foto il dettaglio della plancia di comando, la costruzione è partita da un prototipo basato sul disegno e realizzato in cartoncino, per poter meglio “visualizzare” le caratteristiche e toccare con mano gli allestimenti…

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…ed anche per avere la possibilità di modificare, in base ai ricordi, soprattutto la parte posteriore, dove sono alloggiati i verricelli di recupero e manovra delle reti.

La stessa soluzione prototipale adottata per la struttura centrale dei fumaioli è stata utilizzata nella struttura poppiera a ponte, per l’alaggio delle reti da pesca.

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Ciò ha consentito la visione d’insieme del modello, che ha meglio evidenziato le proporzioni, permettendo di fare alcuni aggiustamenti dove necessario.


Plancia

Ricavate le misure dal prototipo di cartone, è stata realizzata la struttura della plancia: in compensato da 3 mm le fiancate, con compensato da 4 mm i piani ed i verticali.

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La plancia di comando, dove sono state aperte le finestrature, è stata realizzata in plasticard da 1 mm. Successivamente il pavimento interno è stato verniciato in nero, e sono state costruite le pareti della sala radio e della stanza di carteggio.

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Inoltre sono state costruite la consolle di comando, con i due radar, gli ecoscandagli, con le leve di manovra e la ruota del timone. Un tavolo di carteggio e delle mappe completano l’allestimento interno.

Il tutto è illuminato da led a luce blu che simulano la navigazione notturna.

Le alette sono state realizzate con balsa: da 1 mm, il verticale, da 2 mm il piano.

Il mancorrente è stato realizzato in noce da 1 mm.

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E’ stato inoltre realizzato con listelli di noce di 3 mm il paiolato delle due alette della plancia.

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Le due scale laterali che portano sopra il tetto della plancia sono state realizzate con filo di ottone da 0,6 mm, tagliato e saldato gradino per gradino, ed infine verniciate di bianco.


Struttura a ponte

Sopra la plancia è presente una doppia struttura a ponte, che sostiene i fanali, i radar e le antenne. Questa è stata realizzata in compensato da 6 mm, opportunamente tagliato e sagomato.
Le due arcate sono unite insieme da gradini, costruiti con fili di ottone di opportuna larghezza, a decrescere verso l’alto. L’unione in alto è stata completata da un listello di tiglio incollato tra le due arcate.

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Il tutto è stato verniciato in bianco, con il camminamento superiore in verde opaco. Tra il tetto della plancia e la doppia struttura a ponte, è collocata una scala di servizio verticale.
E’ stata realizzata in filo di ottone: da 1 mm i laterali, e da 0,6 mm i pioli; che sono stati saldati insieme su una base di legno approntata con le misure previste.

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Sul camminamento sono state poste le battagliole, costruite con filo di ottone saldato e sagomato e collegate alle scale laterali dai tunnel di protezione, anch’essi sagomati e saldati alle battagliole. Il tutto è stato verniciato di bianco.


Struttura fumaioli e struttura poppiera

Ricavate le misure dal prototipo di cartone, è stata realizzata la struttura centrale dei fumaioli.

Cercando di limitare al minimo il peso “in alto”, ho utilizzato del poliuretano espanso, tagliandolo e levigandolo fino a raggiungere le dimensioni volute.

Queste strutture sono state poi forate in altezza, ed in ogni fumaiolo è stato introdotto un tubo per metterlo in collegamento con l’interno dello scafo, laddove sul ponte corrisponde il relativo foro.

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Lateralmente sono state costruite le plancette in compensato da 3 mm. Anche queste sono state rilevate dalle fotografie.

Al termine è stata data una leggerissima mano di resina epossidica, che ha conferito consistenza alla struttura, facendo anche da base per la successiva verniciatura.

I due fumaioli sono stati poi uniti in alto da un piano fatto in plasticard, da 1 mm. Sotto quest’ultimo, per poter consentire il fissaggio delle pulegge di trascinamento dei cavi delle reti, è stato fissato un listello da 7x1,5 mm.

In plasticard è stato realizzato lo “spoiler” che poggia sui supporti verticali dei fumaioli, di sezione triangolare, anch’essi realizzati dello stesso materiale e fissati sulla mensola.

Mentre il basamento delle pulegge superiori è stato realizzato in legno, con un quadrello da 5x5 mm, le coperture di quest’ultimo sono invece state realizzate in balsa da 1,5 mm.

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I due tubi di sfiato delle casse nafta sono stati realizzati in ottone da 1 mm, curvati e fissati alla mensola.
Sono stati quindi incollati i tubi finali dei fumaioli, da 5 mm per gli scarichi principali, da 2,5 mm per gli ausiliari.

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Tutta la parte superiore della struttura è stata verniciata di colore nero opaco. I camminatoi di servizio, posti sotto la struttura a ponte dei fumaioli, sono stati realizzati in plasticard da 1 mm, come anche i supporti triangolari di rinforzo.

Le plancette e i camminatoi sono stati quindi verniciati dello stesso colore verde utilizzato per i ponti. Infine sono state applicate le battagliole alle plancette ed ai camminatoi.

I candelieri sono stati realizzati con tondino di plasticard da 1 mm, le draglie con filo di rame da 0,3 mm. Il tutto verniciato di bianco.

Stessa lavorazione per la struttura poppiera, realizzata in poliuretano espanso; dopo averla levigata, su di essa sono state incollate le plancette posteriori da 3 mm.

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Sono stati quindi applicati i portelli, realizzati con plasticard da 1 mm, sulle due strutture.


Argano salpa ancore

La struttura centrale dell’argano salpa ancore idraulico è stata costruita in compensato di pioppo da 6 mm, i tamburi esterni con tubo di plastica sagomato a caldo, le morse interne con tondino di pioppo da 8 mm, ed il freno con tondino di pioppo da 10 mm.

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Le manopole dei freni sono state costruite con un tondino di plasticard, incollate su fili di ottone e fissate sul tamburo del freno.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:17

Ancore & bitte

Le ancore di questo modello sono tre, due sporgenti dai masconi nelle cubie, la terza, di riserva, fissata sulla paratia verticale della struttura di prua.
Le due principali, collegate da catene all’argano salpa ancore, sono di ottone con le marre fuse in stagno e sagomate con la lima; quella di riserva ho preferito realizzarla in legno per non aggiungere peso inutile sulla coperta.

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Sulle murate dell’estrema prua sono posizionate e fissate le bitte triple, come visibile dalle fotografie.

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Dopo il consolidamento, sono state rifinite con carta vetrata fine, e colorate di nero.

Gru di carico

Le gru di questo modello sono quattro, due a prua e due a poppa. Anche in questa lavorazione, per limitare al minimo il peso, ho utilizzato del poliuretano espanso, tagliandolo e levigandolo fino a raggiungere la forma voluta.
Al solito è stata data una leggerissima mano di resina epossidica, per conferire consistenza alla struttura, facendo anche da base per la verniciatura.

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Le gru si compongono di due sezioni principali: il braccio e la base. Sull’estremità superiore del braccio è stato fissato il blocco delle pulegge, fatto di legno sagomato, mentre sul dorso superiore sono state fissate due piccole strisce laterali in plasticard, che contengono il tamburo/motore di recupero del cavo, realizzato con tondino di plasticard.

Il basamento, di forma cilindrica, è sagomato ad U nella parte superiore, per accogliere il braccio, e consentirne il fissaggio. La base è realizzata con un disco di plasticard, come anche la piattaforma di lavoro e il seggiolino dell’operatore.

Al termine dell’assemblaggio, è stato montato il pistone idraulico nella parte inferiore della gru. Questo è stato realizzato con filo di ottone da 1,5 mm, rivestito nella parte bassa da una guaina di gomma.

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Il tutto è stato poi rifinito con vernice bianca. I ganci sono stati realizzati con filo di ottone da 1 mm, sagomati e inseriti in sfere di stagno colate in precedenza, forate ed incollate.
Sono stati poi colorati di nero opaco. I sostegni ad U dei bracci delle gru, sono in ottone saldato e verniciati in bianco.

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Per il cavo presente sul tamburo/motore, è stato utilizzato filo di canapa, che una volta avvolto sul tamburo, passato per il foro della puleggia e fissato al gancio, ha reso il tutto molto realistico.


Argano salpa reti

La struttura centrale dell’argano salpa reti idraulico è stata costruita in compensato di pioppo da 6 mm, i tamburi esterni con tondino di pioppo sagomato, i quattro tamburi interni con tondini di pioppo da 8 mm inseriti tra otto dischi di pioppo da 1mm di spessore; gli ingranaggi ed i tamburi dei freni sono stati invece costruiti in plastica.

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Sono state realizzate poi le guide cavi con tondini di plasticard da 3mm e binari di filo di ottone da 1mm.
Quindi le manopole dei freni, costruite con un tondino di plasticard, sono state incollate su fili di ottone e fissate sul tamburo del freno.


Scale

Le due coppie di scale che collegano il ponte di lavoro con il castello e la plancia, sono state realizzate con listelli di noce da 0,5mm tagliati opportunamente, e montati utilizzando una dima sagomata in poliuretano espanso.

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Una volta incollati i gradini ai montanti laterali, le scale sono state verniciate di bianco. Sono stati poi realizzati i passamano laterali, utilizzando del filo di ottone sagomato, saldato e verniciato di bianco.

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Anche la scaletta di prua è stata realizzata con filo di ottone, sagomando ogni gradino ed i passamano laterali. Il tutto è stato successivamente verniciato di bianco.


Scialuppe

Anche le due scialuppe di salvataggio sono state realizzare in poliuretano espanso, tagliandolo e levigandolo fino a raggiungere la forma prevista dello scafo.
Al solito, è stata data una leggerissima mano di resina epossidica, per conferire consistenza alla struttura, facendo anche da base per la verniciatura.

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Lungo la linea di chiglia è stato praticato un taglio in cui si è inserita la chiglia costruita con compensato di pioppo da 1 mm. Sono stati poi realizzati in legno di noce i due bottazzi laterali, applicati come rilevato dalle fotografie.

Le scialuppe sono state quindi verniciate di colore bianco.

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E’ stata poi ritagliata della tela nella forma adeguata alla copertura della scialuppa ed è stata “cucita” intorno alla scialuppa replicando il fissaggio originale.


Gruette scialuppe

Le quattro gruette delle scialuppe di salvataggio sono state realizzare in plasticard, tagliato e sagomato come rilevato in foto. La parte fissa è stata realizzata affiancando due parti identiche, ad una parte centrale realizzata con un listello di noce da 1 mm di spessore: questo ha consentito di realizzare il canale di scorrimento della parte mobile superiore.

La base è stata realizzata con un listello di plasticard da 1 mm.

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La parte del braccio mobile è stata ritagliata e sagomata sempre da un foglio di plasticard, e rivestita con un listello di cartoncino nel perimetro esterno, ad imitare il profilo rinforzato.

Le scatole motore dei verricelli, sono state realizzate con un quadrello di balsa da 4mm, intagliato per consentirne l’inserimento sul montante della parte fissa.

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Sono state quindi verniciate di colore bianco.
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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:19

Verricelli salpareti di poppa

I 2 verricelli idraulici orizzontali posti sulle due plance sopraelevate del ponte di poppa, sono stati costruiti con le strutture di supporto laterali in compensato di pioppo da 2 mm; i tamburi sono stati realizzati con tondini di pioppo da 6 mm inseriti in dischi di plasticard da 1 mm ed il freno con tondino di plastica da 8 mm.

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Le manopole dei freni, costruite con un tondino di plasticard, sono state prima incollate su fili di ottone e poi fissate sul tamburo del freno.
I 2 verricelli idraulici verticali sono stati realizzati ricavando le due teste da un tondino di pioppo da 6 mm, mentre la base è stata ricavata da un quadrello di legno opportunamente sagomato.

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Nella parte inferiore delle plance sopraelevate di poppa, è presente una griglia di scorrimento delle cime per le attrezzature di pesca.

Questa è stata realizzata con tondino di ottone da 0,8 mm sagomato e saldato.

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Strutture di protezione e pulegge

Le pulegge di scorrimento dei cavi dei divergenti sono state realizzate sagomando un tondino di pioppo da 6 mm, mentre la base è stata ricavata da un tondino di 8 mm di diametro.
Le relative strutture di protezione laterali, poste ai lati del ponte di lavoro, e fissate al blocco pulegge ed alla struttura dei fumaioli, sono state realizzate a partire da un tondino di ottone da 0,8mm, sagomato e saldato alle relative staffe di sostegno.

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Le pulegge di scorrimento dei cavi, poste ai lati dello scivolo, sono state realizzate sagomando un tondino di pioppo da 6 mm, con la base ricavata dallo stesso tondino.

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Le pastecche sono state costruite a partire da un tondino di pioppo da 6 mm, e realizzando la copertura con un foglio di rame ritagliato e piegato. L’anello di collegamento è in filo di ottone da 0,6 mm, sagomato e saldato alla struttura in rame.

Dopo l’assemblaggio il tutto è stato verniciato di nero opaco.



Gru e bigo di poppa

Sulle due plance sopraelevate della struttura a ponte di poppa, sono poste una gru ed un bigo di carico destinati alle operazioni di messa in mare delle varie attrezzature di pesca: reti, boe e divergenti.

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Sia la gru che il bigo sono costruiti con filo di ottone sagomato e saldato.


Bighi di carico

I due bighi di carico posti nella parte anteriore delle strutture dei fumaioli, sono stati costruiti con tondini di pioppo da 6 mm rastremati alle estremità; questi sono stati quindi equipaggiati con anelli costruiti con filo di ottone sagomato ed incollati previa opportuna foratura.

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Per sostenere i due picchi nella posizione di riposo, sono state costruite, come visibili dalle foto, due mensole poste lateralmente alla struttura della plancia. Queste sono state realizzate in compensato di pioppo da 2 mm.


Boccaporti

Alle basi della struttura a ponte di poppa, vi sono due boccaporti, rialzati rispetto al livello del ponte, che hanno il portello superiore apribile tramite paranco.

Questi sono costruiti con alzate laterali realizzate con listelli di tiglio da 6 mm e portello superiore in plasticard da 1 mm.

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Anche a prua del castello è presente un grosso boccaporto adibito al carico/scarico merci, realizzato in compensato da 4 mm, con gli anelli di aggancio realizzati in ottone da 0,8 mm.


Areatori

Gli areatori a fungo, presenti sul castello ai lati delle gru di carico, sono stati realizzati con tondini di legno di 5 ed 8 mm, tagliati all’altezza prevista, e fissati insieme da un’anima di ottone che li attraversa verticalmente.

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Valvole di rifornimento

Le postazioni di rifornimento, con le flange e le valvole di apertura, sono state realizzate con tubi di plasticard sagomati e tagliati a misura. All’interno, le strutture sono fissate con filo di ottone, che serve anche all’ancoraggio sul ponte.
Le tubature e la valvola sono di colore nero, mentre la flangia di collegamento è di colore rosso.

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Battagliole

Le battagliole e i candelieri sono stati realizzati con filo di ottone da 0,6 mm tagliato e saldato con filo di ottone da 0,4 mm, ed infine verniciate di bianco.

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Cassoni materiali

I cassoni materiali posti sotto le scialuppe e davanti alla plancia, sono costruite con alzate laterali realizzate con listelli di tiglio e anta superiore in plasticard da 1mm.

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Re: Trawler Oceanico - Assunta Tontini Madre

Messaggioda alberto » 26/02/2013, 22:21

Chiesuola bussola

La chiesuola presente sul tetto della plancia è stata realizzata con un tondino di pioppo lavorato, fornito lateralmente di due braccia sagomate con le due sfere colorate di verde (dx) e rosso (sx).

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Il basamento è colorato in marrone scuro.


Radar

I due radar sono realizzati con l’uso di materiali diversi. La scatola degli apparati elettrici è realizzata da un quadrello di balsa, l’antenna rotante con un listello di tiglio, l’asta di sostegno con un filo di ottone d 1 mm, la base con un tubicino di plastica contornato da 4 supporti triangolari in plasticard.

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Dopo l’assemblaggio, sono stati verniciati di bianco.


Antenne

Le due antenne radio sono di filo di ottone da 0,8mm, con la base realizzata con un tubicino di plastica.

L’antenna del radiogoniometro è sempre in ottone curvato e saldato, con la base realizzata con un tubicino di plastica.

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Dopo l’assemblaggio, tutte le antenne, tranne quella circolare che è di colore nero opaco, sono state verniciate di bianco.


Battelli autogonfiabili

I due autogonfiabili posti ai lati della plancia di comando, sono montati su due slitte e legati con delle cime di sicurezza. Sono stati realizzati con un tondino di pioppo lavorato e sagomato e con una striscia di plasticard incollata lungo il perimetro orizzontale, a simulare la giunzione dei due semigusci.
Le slitte sono realizzate in ottone curvato e saldato.

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Dopo essere stati verniciati di bianco, sono stati messi insieme, legati ed incollati sulla plancia.

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Ciambelle di salvataggio

Le ciambelle di salvataggio sono state realizzate con o-ring di gomma da 6mm di diametro, verniciati di bianco e rosso alternati nei quattro settori usuali.

Sono state poi distribuite lungo tutto il perimetro della nave, fissate alle pareti o legate alle battagliole.

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Armadietti anti incendio

I due armadietti anti incendio posti a prua, e contenenti i tubi degli idranti, sono stati realizzati in plastica e verniciati di rosso. Sul loro portello è posto il simbolo dell’idrante.

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Impianto di illuminazione

Ai lati delle alette della plancia di comando, sono state create due nicchie per contenere i fanali di via. Questi sono stati realizzati utilizzando due micro led (3 mm), uno rosso e uno verde, che sono stati fissati alla struttura dopo aver sagomato i terminali in modo opportuno. Utilizzando altri due micro led, ma di colore azzurro, è stata realizzata l’illuminazione notturna della plancia di comando.

La cablatura è stata collocata all’interno della plancia, saldando i terminali con fili di opportuno colore e resistenze di adeguato valore.

I fanali di segnalazione centrali, sono stati realizzati con tre led da 3 mm, due di colore bianco e uno di colore verde, saldati per il catodo all’asta verticale realizzata in filo di ottone da 1 mm.

I tre anodi sono invece saldati singolarmente ai fili che fanno capo alle resistenze poste all’interno della plancia.
Sull’asta è stato saldato un doppio perno perpendicolare, per consentire il fissaggio sulla doppia struttura a ponte posta sul tetto della plancia.

I supporti dei fari sono costruiti in plasticard da 1 mm. Opportunamente forati, sono stati inseriti e fissati all’antenna delle luci di segnalazione. Il tutto è stato poi verniciato di bianco.


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Sotto la plancia è stato fissato un led da 5 mm a luce calda, che diffonde la luce in tutta la struttura ed anche all’interno dello scafo.

Sulla struttura poppiera a ponte è stato fissato un albero di ottone, dove è saldato per il catodo un led da 3 mm. L’anodo è invece saldato al filo che attraversa la struttura ed entra nello scafo. Anche il supporto di questo faro è realizzato in plasticard da 1 mm.

Il ponte di lavoro di poppa, come anche la zona prodiera, sono illuminati da diverse lampade al quarzo. Sul modello sono state realizzate sagomando opportunamente dei led da 5mm a luce calda ai quali sono stati incollati dei piccoli rettangoli di plasticard a simulare la scatola dei collegamenti elettrici sul retro.
L’esterno delle lampade è stato quindi verniciato di nero come in quelle originali.
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