Costruzione barca a vela da un metro

In questa sezione sono riportate le esperienze fatte sugli scafi a vela rc dagli iscritti più attratti dal silenzio del vento... nei capelli!!!

Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 21/09/2016, 19:26

Finalmente disegnata la lama di deriva, che viene stampata su tre fogli A4

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che vengono riuniti con l’aiuto dei riscontri inseriti

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La lama di deriva sarà un sandwich in composito laminato con da uno strato interno in balsa di spessore 4 mm disposto trasversalmente

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al quale, previa spalmatura di epossidica vengono sovrapposti due strati longitudinali da 0,8 disposti longitudinalmente

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il tutto viene chiuso tra due fogli di polietilene pesante

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e stretto con i morsetti tra due pezzi di mdf piuttosto spesso

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La prossima operazione sarà, previa sagomatura, l’aggiunta del companatico, vale a dire gli strati di carbonio e fibra di vetro che daranno la necessaria resistenza al tutto. Solo che in questo caso il companatico sarà messo all’esterno e non all’interno del sandwich…
Alla prossima.
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 29/09/2016, 18:59

Segue
Costruzione della lama di deriva

Una volta sagomata sagomata la lama di deriva con un profilo che ... ehmm... si "ispira" ad un NACA o di altro rinomato istituto di ricerca sperimentale aero-idrodinamica, si procede alla costruzione del sandwich.

La lama di deriva è sottoposta a due azioni, una di torsione e una di flessione. Per la torsione si mette uno strato di tessuto bidirezionale di carbonio a 45°, peso 220 g/mq, che serve anche per la flessione. Naturalmente si fa una dima in cartoncino ( dalla forma inquietante: gesti apotropaici del caso....) e si mette nastro adesivo di carta abbondante lungo i bordi, tagliando il tessuto a metà del nastro di carta in modo da tenerlo unito, altrimenti il tessuto di carbonio si distrugge nel maneggiarlo. Il nastro di carta, dopo che il tessuto è stato impregnato con la resina viene via tranquillamente.

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Poi uno strato di carbonio unidirezionale 80 g/mq nel senso della lunghezza per la flessione

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utilizzando anche, nella zona più sollecitata, ovverossia dove è massimo il “Momento flettente”, i triangolini che risultano dagli sfridi e che vengono utilizzati.
Infine si avvolge il tutto con fibra di vetro da 40 g/mq.

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Il tutto si avvolge poi nel polietilene pesante e si mette in pressa tra due strati di gommapiuma e due strati di mdf rigido.

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Così la lama di deriva dopo 24 ore di catalizzazione, da rifinire ovviamente.

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Dopodiché si effettua il collaudo...

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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda franco48 » 29/09/2016, 20:08

Buona sera Antonello , una curiosità , la lama di deriva non ha un peso come zavorra?
L’esperienza è maestra di vita
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda franco48 » 29/09/2016, 20:08

Buona sera Antonello , una curiosità , la lama di deriva non ha un peso come zavorra?
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 29/09/2016, 21:02

Certamente, ma il bulbo sarà una delle ultime cose che verranno sistemate.
In questa foto, davanti alla prua dello scafo in costruzione, la dima maschio per realizzare lo stampo in gesso per la fusione del piombo.

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Penso che la rifarò comunque, ho rivisto i calcoli e mi sembra troppo pesante ma, come detto, c’è tempo.

Il mezzo bulbo in piombo che si vede sopra è quello di un Classe M che ho costruito precedentemente e che avevo fatto in più per tenerlo appunto come dima per un altro futuro Classe M.
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda franco48 » 30/09/2016, 8:18

Buongiorno a Voi , Grazie Antonello per avermi risposto e dato delle informazione utili.
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 02/10/2016, 14:46

Nella barca precedente, che non aveva una linea di chiglia definita (le sezioni dell’opera viva erano tonde per avere la minor superficie bagnata possibile) avevo avuto difficoltà per tracciare la posizione esatta di deriva e timone. Memore del mal di testa e dei dubbi di allora, non solo questa volta ho messo sulla linea di chiglia un sottile listello nero ma , prima di dare la mano di fondo, ho tracciato e fatto un forellino dove andrà la losca e due forellini in corrispondenza della deriva. E così questo problema è risolto...

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Nel frattempo ho iniziato a disegnare, con i vecchi sistemi della Nonna, in certe circostanze insostituibili, le vele della barca, prendendo come misure quelle dell’armo A della classe IOM. Mi è stato d’aiuto, ovviamente modificato, il disegno dell’armo C per la randa e dell’armo B per il fiocco di un classe M che avevo in archivio.... Bella sberla il fiocco, quasi più grande della randa...

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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 03/10/2016, 18:05

Prima mano di fondo acrilico bicomponente a spruzzo

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Un po’ pesante, ma considerando che la barca non è da regata ma da diporto non sto di certo attento al grammo....
In settimana spero di poter staccare lo scafo dalla scalo per la resinatura interna e l’allestimento finale.
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 09/10/2016, 11:18

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Per la seconda mano di fondo, S. Gennaro, cui sono devotissimo, essendo io nato il 19 settembre a mezzogiorno, mi ha protetto.

Metto il bicchierino sulla bilancia, quantità di vernice che penso sufficiente, acchiappo il barattolo vicino, 120 g per 1,13 fa circa ... faccio rapidamente i conti, aggiungo, verso dentro la tazza della pistola, mescolo, inizio a spruzzare, finisco.... e mi accorgo con orrore che ho aggiunto solo il diluente e non il catalizzatore.

Parolacce miste...

Rassegnato ad una improba opera per ripulire il tutto, mi affretto a pulire la pistola, mi avvicino allo scafo... e ... miracolo! trovo la vernice asciutta.
Non so come definire il fatto se non dovuto all’aiuto di una Entità Superiore.

Stamattina la vernice si presentava dura come se nulla fosse successo, per cui ho potuto tranquillamente provvedere alla lisciatura, senza notare alcunché di strano... il fatto è che questa è la mia prima esperienza con vernici catalizzate e non ci sono abituato... diciamo così.

Nonostante i buoni voti che presi agli esami di Chimica non posso offrire spiegazioni scientifiche sul fatto ma, naturalmente, vi sconsiglio caldamente dal ripetere l’esperimento.

Per cui, dopo il sospiro di sollievo e la lisciatura della seconda mano, si provvede ad aprire la scassa della deriva con il Dremel. Siccome ci sono già i riferimenti, la faccenda è rapida e indolore.

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E finalmente il gran giorno è giunto! Si procede a staccare lo scafo dallo scalo. Meno male che esistono gli avvitatori...

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Le seste rimangono sullo scalo...

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e lo scafo si mette sull’invasatura...

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Peso dello scafo, così come è adesso, 323 grammi.

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Parecchio, considerato che ci devono ancora andare le ordinate in carbonio e la resinatura interna, consideriamo però il fatto che la verniciatura, grazie al lavoro fatto sino adesso, potrà essere leggerissima. Comunque, dato che con questa barca non ci dovrò fare regate, il peso, se non risulterà tale da sovrastare la spinta di Archimede, non è che abbia questa grande importanza...

Prossima operazione: ordinate in carbonio e resinatura interna.
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Re: Costruzione barca a vela da un metro

Messaggioda Antonello » 09/10/2016, 14:36

Visto che ci sono proseguo con le ordinate in carbonio.
Si usa un nastro in carbonio biassiale con due strati posti a 45°, per cui le ordinate resisteranno sia a flessione ma soprattutto a torsione. Si inizia con il suddividere il nastro, largo 5 cm, in tre strisce da 1,75 cm (circa...) usando naturalmente il nastro adesivo di carta per tenerlo unito, altrimenti si disfa

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Si bagna di resina l’interno dello scafo, analogamente si bagna il nastro tagliato un po’ abbondante e, con l’aiuto di due pennellini cinesi e di una spatola da pittura (utilissima...) si collocano in sito con molta pazienza, perché le fibre di carbonio detestano essere trattate in maniera ruvida...
Uno dei pennellini, quello piccolo, serve per impregnare, mentre quello più largo, tenuto asciutto, serve per aiutarsi a tenere in sito il nastro.

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Lavoro completato: qualche altra ordinata sarà aggiunta in seguito per rinforzare lo scafo nella parte più sollecitata, vale a dire l’attacco deriva scafo.
Dopo pochi minuti il nastro di carta viene via quasi da solo e se si dimostra un po’ restio è sufficiente toccarlo con un pennellino intinto nel nitro per vincerne la riottosità...
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